8 dicembre 2008

Birre sotto l'albero

Il 6 e 7 dicembre a Trastevere c’è stato Birre sotto l’albero, organizzato dal Ma che siete venuti a fà e dal Bir & Fud. Non si tratta di nient’altro se non del massimo a cui può aspirare ogni amante della buona birra, perché con la scusa di presentare le produzioni natalizie di alcuni dei maggiori birrifici italiani e non, hanno organizzato una spettacolare full immersion birraria di due giorni con un’infinità di chicche, di cui molte all’esordio e tutte alla spina, cosa è estremamente rara per molte birre se non si va direttamente “alla fonte”. Ad impreziosire l’evento già di per sé fantastico, la presenza di tanti mastribirrai che con l’occasione hanno potuto incontrarsi e confrontarsi, oltre che ovviamente brindare insieme e del grande Kuaska, che con la scusa dell’appuntamento ha tenuto due laboratori pomeridiani di degustazione. Le birre italiane erano: Birra del Borgo 25 dodici, Baladin Noel, Lambrate Brighella Sour edition, Troll Stella di Natale, Ducato Krampus, Bi-Du Xtrem, Amiata San Niccolò, più i fuori programma di Scarampola ovvero la IPA, la N°8 e la nuovissima Donna Petronilla e in esclusiva anche la Mummia di Montegioco. Per quanto riguarda i birrifici stranieri invece erano presenti: De Dolle Stille Nacht, Rulles Meilleurs Voeux, Dupont Avec Les Bons Voeux, De Ranke Pere Noel, Struise Tsjeeses, Tournay Noel e le due non natalizie Jule IPA di Beer Here nonché la Paradox batch n.1 (Caol Ila 1994) della scozzese Brewdog. L’incontro pomeridiano con Kuaska per degustare alcuni degli arrivi alla spina è stato un’occasione per sentire le opinioni di uno dei massimi esperti al mondo nel settore e per due risate, data la sua simpatia e disponibilità.


Si è detto estremamente soddisfatto della qualità raggiunta da moltissimi birrifici italiani, storici e più recenti, in questi dodici anni in cui dai “capostipiti” Agostino Arioli e Teo Musso, si è arrivati ai quasi 240 birrifici attuali, ma anche della sempre maggior competenza di molti gestori di birrerie, che è indubbiamente una delle chiavi più importanti per la diffusione d’una vera e propria cultura della birra artigianale e aggiungeva l’unica nota negativa chiedendosi come sia possibile che in Italia non si sia ancora seriamente diffusa la coltivazione d’un luppolo autoctono. Come accennavo a Birre sotto l’albero si sono uniti anche molti dei veri protagonisti della scena brassicola italiana, i mastribirrai come Leonardo Di Vincenzo della Birra del Borgo, Daniele Mainero del Troll, Riccardo Franzosi di Montegioco, Emanuele Aimi del Ducato, Gennaro Cerullo di Birra Amiata e Maurizio Ghidetti dello Scarampola che ha appena trasferito la sua produzione all’interno dell’abbazia di Santo Stefano, del 1200, a Millesimo e ha portato in anteprima la prima produzione della sua linea di birre d’abbazia, la Donna Petronilla. Che dire, l’atmosfera era fantastica, come sempre quando ci si trova riuniti per una passione comune, gli ospiti hanno portato tutta la loro esperienza per metterla a disposizione dei molti interessati e nel frattempo i bicchieri si riempivano numerosi di ottima birra. Molte delle birre già le avevo bevute, ma non alla spina e spesso la differenza non è poca, ma ho voluto provare soprattutto tutte le “nostrane” e quello che posso dire con certezza dopo due sbronze ben spese, è che è sempre più difficile rimanere delusi da una birra artigianale italiana. Riccardo di Montegioco ha tirato fuori un’altra grande birra, quella che con Kuaska hanno chiamato la Mummia perché rimasta a lungo “chiusa in casse di legno”, che nello specifico sono le barrique da vino in cui viene lasciata maturare. Leonardo ha invece prodotto una 25 dodici dai profumi fruttati e dal retrogusto decisamente amaro, non troppo allineata secondo me al classico stile delle natalizie, ma veramente eccezionale, così come ottima ho trovato anche la Xtream di Bi-Du, un barley wine quanto mai adatto a scaldare le serate d’inverno con i suoi 10 gradi ben mascherati dai sentori fruttati ben equilibrati da una luppolatura abbondante. Queste tre in particolare mi sono sembrate “in grandissima forma”, ma tutte le altre non avevano nulla da invidiare, dalla Noel Chocolat di Teo (sulle Baladin ogni commento è superfluo), alla Brighella del birrificio Lambrate, tra i migliori negli ultimi tempi come continuità nella qualità (come attesta la doppia vittoria all’ultimo concorso Birra dell’anno), in un’elegante versione sour o la rivisitazione tutta italiana della IPA al pompelmo di Scarampola, sempre fantastica. Tra le straniere, aparte le sempre ottime belghe "storiche" del Natale, merita in particolare la scozzese Paradox, un’imperial stout lasciata invecchiare in botti utilizzate precedentemente per il Caol Ila e la Tsjeeses ("Oh Gesù!") birra natalizia di Struise, fatta maturare per 8 mesi a 10° celsius con in infusione uva, arance e albicocche. Non si può non essere felici dello splendido lavoro dei nostri birrai e di chi ha organizzato questi due giorni insieme (lo staff del Macche e Bir & Fud e i Domozimurghi), speriamo solo che di eventi così ce ne siano sempre più spesso. Prosit!

5 dicembre 2008

Il Natale di De Dolle

Si sta avvicinando il freddo e allegro periodo di Natale, in cui ci si riunisce in casa con familiari e amici, per trascorrere le feste in compagnia. Ma è anche il periodo in cui bere una buona birra stagionale accanto a un caminetto acceso. Per questo un’antica tradizione del Nord Europa, vuole che in questo periodo si producano le birre di Natale, le fantastiche kerstbier. Quest’usanza affonda le proprie origini in Belgio e nasce semplicemente dalle necessità di consumo di birra più forte da parte delle famiglie che gestivano i numerosi birrifici in questa stagione e si è poi estesa ad amici e conoscenti, per diventare infine uno speciale regalo di fine anno per i clienti più affezionati. Le bières de Noël sono quasi sempre ad elevata gradazione alcolica, adatte alle rigide temperature invernali, speziate, dolci, corpose e dai profumi e sapori molto intensi: questo le rende estremamente adatte ai dolci della tradizione natalizia. Ne vengono prodotte moltissime e ovunque, ma la Stille Nacht di De Dolle ha un posto speciale tutto suo, come d’altronde tutte le loro birre. Il nome, Notte Silenziosa, si richiama alle più classiche tradizioni natalizie europee, “Stille Nacht Heilige Nacht” (più noto come “Silent Night Holy Night”) è infatti anche uno dei più celebri canti di Natale, scritto ormai due secoli fa in Austria e così i Birrai Matti di Esen hanno deciso di dare questo nome anche alla loro strong ale delle feste. Era il 1980 quando tre fratelli decisero rilevare l’antica brasserie Costenoble, nelle Fiandre occidentali, che stava per chiudere definitivamente i battenti. Così presentarono un progetto di acquisizione e ristrutturazione al loro consulente finanziario, che li definì semplicemente matti; ironicamente i tre fratelli Herteleer hanno voluto mantenere questo nome e così De Dolle Brouwers, probabilmente uno dei migliori birrifici d’Europa, vuol dire I Birrai Matti. Il mastro birraio è Kris Herteleer, artista nel senso vero della parola, architetto, pittore ma soprattutto estroso creatore di alcune delle più fantastiche birre dell’intero panorama europeo, l’Oerbier, la primissima prodotta e poi Arabier, Dulle Teve (la puttana pazza), la Boskeun pasquale e l’Extra Stout, tutte riconoscibili dal classico papillon colorato sul collo delle bottiglie. E poi appunto la Stille Nacht, una delle perle della produzione di Kris tra le più apprezzate birre invernali, di cui rappresenta al massimo della qualità tutte le migliori caratteristiche, dalla robusta gradazione alcolica dovuta alla maggior densità tra tutte le strong ale belghe (ben 27 gradi plato), che sprigiona una sensazione diffusa di calore, al gusto dolce e fruttato dovuto alla lunga fermentazione di malto pale ale e zucchero candito, ben bilanciato però dalla nota amara del luppolo Nugget. Se vi capita di trovare una qualunque delle bottiglie con un papillon sul collo, compratela senza pensarci, è una certezza e vi sarete regalati una birra come poche altre. Se poi la trovate alla spina, allora sacco a pelo e bicchiere in mano..Buona bevuta!