26 aprile 2009

Una specialità tradizionale garantita: il Lambic

STG è un’altra sigla con la quale gli amanti dei prodotti di qualità hanno dovuto familiarizzare. Significa Specialità tradizionale garantita e diversamente da altri marchi quali DOP e IGP, si riferisce a prodotti agricoli e alimentari che siano ottenuti attraverso l’utilizzo di materie prime o con un metodo di produzione o con una composizione che siano tipici d’una tradizione locale. L’Europa ha quindi guardato al passato, al sapere popolare su cui poggiano le antiche tradizioni gastronomiche del «mondo rurale», ai prodotti che hanno alle spalle secoli di usanze contadine e ha voluto offrire un’opportuna protezione giuridica al legame della comunità col proprio territorio e alle produzioni artigianali più tipiche. Fatemi fare un attimo l’azzeccagarbugli. La certificazione viene introdotta da un regolamento europeo del 2006 che subito evidenzia la centralità del richiamo alla valorizzazione della tipicità del prodotto, restringendo quindi il campo d’applicazione della normativa e definendone l’ambito. Si legge che per “specificità” s’intende «l’elemento o l’insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa categoria», mentre per “tradizionale” «un uso sul mercato comunitario attestato da un periodo di tempo che denoti un passaggio generazionale; questo periodo di tempo dovrebbe essere quello generalmente attribuito ad una generazione umana, cioè almeno 25 anni». Per beneficiare della denominazione Specialità Tradizionale Garantita, il prodotto deve essere conforme ad un disciplinare che, a garanzia del rispetto delle particolarità che lo caratterizzano, la legge auspica possa essere definito dai produttori stessi. Vi devono essere indicati almeno il nome specifico del prodotto e una sua descrizione, il metodo di produzione tradizionale e se opportuno, la natura e le caratteristiche della materie prime o degli ingredienti utilizzati, gli elementi da cui deriva la specialità del prodotto, quelli che ne attestano la tradizionalità e infine i requisiti minimi e le procedure di controllo della specificità. Ora, alla fine del 208, con un nuovo regolamento della Commissione europea, il Belgio ha visto riconosciuto il prestigioso marchio a ben cinque dei suoi prodotti più tradizionali, ovvero il lambic e tutti i suoi derivati. Insieme ad altri prodotti, finalmente viene tutelata dall'Europa una delle più preziose eredità storiche di questo paese attraverso una certificazione della qualità, del metodo di produzione e della provenienza, fissati in un disciplinare elaborato dagli stessi produttori di lambic. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per la birra..

12 aprile 2009

Lambic: visita alla Brasserie Cantillon

La settimana scorsa il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo molto interessante sul Lambic, Sulle tracce d'un'antica birra belga, dopo una visita a Bruxelles al più raffinato produttore di questa preziosa bevanda: la Brasserie Cantillon. La particolarità che rende unica questa birra è che mentre tutte le altre sono fatte fermentare attraverso l'utilizzo di ceppi di lievito accuratamente selezionati tra le due tipologie classiche, ad alta fermentazione (Saccharomyces cerevisiae) e a bassa fermentazione (Saccharomyces carlsbergensis), il Lambic (qui un fantastico articolo di Kuaska e un altro del grande Michael Jackson) è prodotto attraverso la fermentazione spontanea. Il mosto di birra viene infatti esposto all'azione dei lieviti selvaggi e dei batteri autoctoni presenti nell'aria della valle del fiume Zenne, nella zona del Pajottenland, a sudovest di Bruxelles. E' una birra indissolubilmente legata a questi luoghi, in cui da secoli il lambic è per eccellenza la bevanda popolare, in tutte le sue straordinarie varianti: il lambic puro è infatti "piatto", ma spesso vengono assemblati due o più lambic di diverse annate dando origine alla spumeggiante Gueuze, oppure si aggiunge frutta, come nella tradizionale Kriek, rifermentata con ciliegie griotte, oppure la Framboise con lamponi freschi, o infine come il Faro addolcito con zucchero candito. Per la fase del raffreddamento il mosto bollente, invece che riversato e protetto nei fermentatori come per tutte le altre birre, viene pompato e lasciato l'intera notte in vasche estremamente ampie, profonde solo circa 30 cm, ma soprattutto aperte, in maniera tale che tutta la superficie del mosto possa entrare in contatto con i lieviti selvaggi e la microflora presenti nell'aria. Diciamo che è qui, di notte, che del tutto naturalmente avviene la magia.. L'antichissimo processo produttivo e la lunga fermentazione spontanea, oltre alla lenta maturazione in botti di legno usate per Porto, Sherry, Madeira e Cognac, conferiscono al lambic tradizionale un'intensità e una ricchezza aromatica ineguagliabile, con un sapore sempre molto complesso e intensamente aspro, acido. Pensare che oggi sono solamente più o meno dieci i birrai che producono o assemblano lambic, crea giustificate e serie preoccupazioni sul futuro d'una bevanda che ha segnato la tradizione e la storia d'un'intera nazione.

8 aprile 2009

Italian beer festival a Roma

Il 17-18-19 aprile, alle Officine Farneto in Via dei Monti della Farnesina 77, si svolgerà l'Italian Beer Festival, organizzato dall'Associazione degustatori di birra anche in collaborazione con i Domozimurghi Romani. Lascio qualche informazione utile:

Orari
Venerdì 17 dalle 17.00 alle 02.00
Sabato 18 dalle 12.00 alle 02.00
Domenica 19 dalle 12.00 alle 24.00

Laboratori
Qui trovate tutte le info per partecipare
Ristorazione
A cura del Bir & Fud

Parteciperanno
Baladin
Bi-du
Birra Amiata
Birra del Borgo
Birrificio Atlas Coelestis
Birrificio Baüscia
Birrificio BOA
Birrificio Orso Verde
Birrificio del Ducato
Birrificio Maiella
Birrificio San Gabriel
Stazione birra
De Molen
Great Divide
Hoppin Frog
Hütt Brauerei
Jolly Pumpkin
Kerkom
Lost Abbey
Mikkeller
Nogne-O
Port Brewing
Rulles
Ruppaner
Sierra Nevada
Southern Tier
3 Fonteinen

Spero veniate numerosi e soprattutto assetati!