17 novembre 2008

Birra dell'anno 2008

Sabato 15, nel corso della manifestazione Birra Nostra, sono stati annunciati gli attesi vincitori del premio Birra dell'Anno organizzato da Unionbirrai, la maggiore associazione per la promozione della birra artigianale italiana. Una giuria di 12 tra i maggiori esperti internazionali, presieduta e coordinata dal nostro Kuaska, ha votato le migliori birre italiane per ognuna delle varie categorie scelte, non individuate per lo stile d'appartenenza della birra ma secondo altri parametri produttivi, come l’abbinamento tipo di fermentazione/gradi Plato (scala di misurazione relativa alla gradazione saccarometrica del mosto di birra, es: 100gr di zuccheri per 1 Kg di mosto = 10% Plato ovvero 10 gradi Plato) o l’uso di particolari ingredienti. Alla fine i risultati sono stati questi:

Birre a bassa fermentazione entro 14 plato
Prima classificata: La Nera - Birrificio Rienzbräu
Seconda classificata: Viæmilia - Birrificio del Ducato
Terza classificata: Tipopils - Birrificio Italiano

Birre a bassa fermentazione oltre 14 plato
Prima classificata: Porpora - Birrificio Lambrate
Seconda classificata: Volpe - Birrificio Mostodolce
Terza classificata: Rubinia - Birrificio B.A.B.B.

Birre ad alta fermentazione entro 12 plato
Prima classificata: Montestella - Birrificio Lambrate
Seconda classificata: Bia Ale - Birrificio del Ducato
Terza classificata: Terrarossa - Birrificio B94

Birre ad alta fermentazione comprese tra 12 e 16 plato
Prima classificata: Jehol - Birrificio BI-DU
Seconda classificata: A.F.O. - Birrificio del Ducato
Terza classificata: Karnera - Birrificio Cittavecchia

Birre ad alta fermentazione oltre 16 plato
Prima classificata: Reale Extra - Birrificio Birra del Borgo
Seconda classificata: Lurisia Otto - Birrificio Baladin
Terza classificata ex-aequo: Doppio Malto - Birrificio Rienzbräu
Terza classificata ex-aequo: Strabionda - Birrificio Freccia

Birre aromatizzate con spezie o frutta
Prima classificata: Scires - Birrificio Italiano
Seconda classificata: Garbagnina - Birrificio Montegioco
Terza classificata: Fich - Birrificio Valscura

Birre con altri cereali o amidacei
Prima classificata: La Petrognola Nera - Birrificio La Petrognola
Seconda classificata: La Petrognola - Birrificio La Petrognola
Terza classificata ex-aequo: Weisse Panera - Birrificio Valscura
Terza classificata ex-aequo: B.I. Weizen - Birrificio Italiano

Birre alle castagne
Prima classificata: Beltaine alle castagne - Birrificio Beltaine
Seconda classificata: Lom - Birrificio Cajun
Terza classificata: Beltaine birra di natale alle castagne - Birrificio Beltaine

Birre oltre 20 plato / 8 % alc vol
Prima classificata: Xyauyu’ Riserva Teo Musso - Birrificio Baladin
Seconda classificata: BB 10 - Birrificio Barley
Terza classificata: Extra Brune - Birrificio Maltus Faber

Birre acide o maturate in legno
Prima classificata: La Mummia - Birrificio Montegioco
Seconda classificata: Super Baladin “Sour 2006″ - Birrificio Baladin
Terza classificata: Panil Barrique Sour - Birrificio Torrechiara

Premio speciale “Interbrau” - Birrificio dell’Anno 2008
Birrificio Baladin di Piozzo

13 novembre 2008

Allsopp’s Arctic Ale

Ogni tanto si sente qualche lamentela sui prezzi delle birre artigianali. Vi siete mai chiesti quale sia la più preziosa, la più rara? Io no, sarà perchè quelle che bevo già sono ottime o forse perchè invece di collezionarle, le birre preferisco scolarmele. Comunque mai sentito parlare della Samuel Allsopp & Sons? Trattasi di una delle colonne portanti della storia birraria d'Inghilterra, nata nel 1740 in quella leggendaria culla di birre che è Burton upon Trent e scomparsa intorno alla metà del secolo scorso, rimasta per decenni uno dei principali birrifici delle terre d'Albione, tra i primi in assoluto specializzati nella produzione delle birre "coloniali" per eccellenza: le I.P.A. La classica forte luppolatura delle Indian pale ale consentiva una lunghissima conservazione della birra, durante gli interminabili viaggi per nave nell'Inghilterra del XVIII secolo. Oltre alla funzione amaricante di contrasto al malto e quella di fornire al mosto aromi e profumi sempre diversi, fondamentale infatti il ruolo che il luppolo gioca anche come conservante del tutto naturale che permette di mantenere a lungo le caratteristiche organolettiche della birra. Proprio questa particolare proprietà conservativa del luppolo ha favorito il trasporto, la diffusione e la conservazione della birra in tutto il mondo, anche e soprattutto nei lunghi viaggi dall'Europa alle colonie.
Nel 1845 una spedizione di due navi, guidata dal leggendario Capitano della Royal Navy britannica Sir John Franklin, salpò facendo rotta sull'Artico per finire di tracciarne le mappe e soprattutto per cercare il celebre passaggio a Nord-ovest, quella lingua di mare che unisce l'Atlantico al Pacifico nell'arcipelago artico a nord delle coste canadesi e controllare il quale vuol dire aggiudicarsi una delle vie commerciali navali più importanti del mondo. La spedizione non fece mai ritorno e sulle cause che provocarono la scomparsa di tutti i 129 uomini dell'equipaggio, pur ben attrezzati per far fronte a ogni imprevisto, aleggia tuttora un certo mistero. Presero il via a quel punto varie spedizioni di ricerca, la maggiore delle quali partì nel 1952 con cinque navi al comando dell'ammiraglio Edward Belcher. E qui torniamo a noi. Il governo britannico stesso commissionò alla più celebre brewery dell'epoca, una birra che fosse sia in grado di resistere per lunghissimi periodi in mare a quelle temperature, sia di fornire all'equipaggio una salutare fonte di nutrizione. Se sicuramente non era una novità il fatto che quella che oggi consideriamo una bevanda ricreativa, al tempo fosse addirittura sostituita al cibo come fonte d'apporto di sostanze nutrienti, certamente nuova fu la ricetta sperimentata dalla Allsopp & Sons per questa birra: la Allsopp's arctic ale. Grandi quantità di malto che fermentando avrebbe prodotto zuccheri e mantenuto un'elevata gradazione alcolica, per nutrire e "riscaldare" e molto luppolo affinchè la Arctic potesse resistere tutto l'interminabile viaggio. Ebbene non molto tempo fa una bottiglia originale di questa birra, ancora piena e col tappo ancora sigillato con la cera, della primissima produzione del 1852, è stata venduta a $ 503.300, poco meno di € 400.000. Scontato dire che questa è la più rara e preziosa birra esistente al mondo, oltre che in generale la bottiglia venduta al maggior prezzo in assoluto, anche perchè ha ancora un'originale etichetta metallica su cui è scritta a mano da un avvocato di Boston di inizio '900, tal Percy G. Bolster, tutta la storia della leggendaria Arctic ale e di come sia è giunta nelle sue mani.
Ora, non raccontavo questa strana e avvincente storia per arrivare a qualche conclusione, ma solamente perchè leggendone i dettagli, dentro di me pensavo che il collezionismo è certamente una gran passione, il valore storico e simbolico di una birra del genere non ha misura e presumibilmente crescerà con gli anni, ma con più di 390.000, ovvero il prezzo pagato, oggi potrei comprare qualcosa come 80.000 ottime bottiglie di ale a prezzo normale o comunque far bere ottima birra due o tre generazioni d'amici e parenti. De gustibus sì..Ma a me piace berla la birra..Cheers

3 novembre 2008

Mr. Murphy a Borgorose

E' arrivato domenica dalla Danimarca e calorosamente accolto già ieri sera con una bevuta in compagnia, ovviamente al Macche. Dopo l'esperienza alla GourmetBryggeriet Mike Murphy torna in Italia per un'attesa collaborazione con il grande Leonardo Di Vincenzo della Birra del Borgo e ricoprire l’incarico di direttore della produzione, occupandosi di seguire le cotte giorno per giorno e di progettare sia l’ampiamento del birrificio, sia i nuovi prodotti. Per l'occasione di ieri sera si sono battezzate due nuove spine, entrambe creazioni di Mike, una kellerbier con luppolo fresco e la Ølfabrikken Pale Ale. Molto saporita la prima, estremamente beverina la seconda, in cui i luppoli americani la facevano ovviamente da padroni. La seconda aveva già fatto molto parlare di sè ancor prima di essere commercializzata, per essere stata la prima birra di un importante birrificio europeo, il danese Ølfabrikken, ad essere proposta in lattina, come successivamente l'intera linea (Porter compresa). La scelta aveva lasciato e lascia perplessi i più strenui difensori della bottiglia, dato che solitamente la lattina non solo è ignorata dai produttori artigianali, ma viene addirittura considerata come elemento degradante per la qualità del prodotto finale. E' vero però che la tecnica produttiva ha fatto passi da gigante rispetto ai primi tempi in cui si cominciavano a vedere in circolazione questi contenitori d'alluminio, oggi nettamente più sicuri rispetto al mantenimento del gusto della birra, tanto che dagli Stati Uniti è nata una vera rivoluzione, con un numero sempre crescente di produttori pronti a puntare di nuovo sulle lattine. I vantaggi d'altra parte sono evidenti: maggiore facilità di trasporto, materiale completamente riciclabile e un livello di protezione dall’ossigeno e dalla luce nettamente più alto del vetro.
La base di partenza su cui Mike dovrà lavorare non potrebbe essere migliore di quella delle birre di Leonardo a Borgorose, quindi non resta che aspettare con estrema curiosità per vedere cosa potrà nascere da un connubio così speciale..