- Domenica 13 (ore 17.30) al Bir&Fud: De Rinaldi (Karma), Christmas Duck (Olmaia), St. Amé (Scarampola), Mummia (Montegioco) e Birra di Natale (Civale). Birrai presenti, un ventone pro capite.
Panza mia fatti capanna..
Quando da pochi elementi iniziali, componendoli nei modi più svariati, si possono ottenere infinite combinazioni sempre nuove e differenti, ma sempre interessanti ed emozionanti, ciò che ne scaturisce è arte. Non c’è dubbio. Lasciando stare la gamma infinita dei gusti personali, quando qualcosa si presta ad infinite interpretazioni individuali, il risultato è certamente una forma d’arte. E’ così quando con sette note si scrive la Sinfonia n. 9, con pochi colori di base si dipinge la Vocazione di San Matteo o con le parole che tutti avremmo a disposizioni si compone il Canto notturno. Ora per carità, ad un livello sicuramente più popolare, volgare, nel senso però latino del termine, molte altre sono le possibili “forme d’arte”, a partire da ogni tipo di folclore territoriale, alle infinite tradizioni gastronomiche, fino alle conoscenze enologiche perse nei tempi. E qui arriviamo a noi. Appassionati amanti della millenaria cervogia e forse, in quest’ottica, amanti d’arte. La creazione di qualcosa di unico, avendo a disposizione di base solo i quattro ingredienti standard, su cui operare aggiunte personalissime, è secondo me non solo una forma d’arte, ma anche tra le più appassionanti e stimolanti. La continua ricerca d’un’idea innovativa, con un tratto marcatamente personale, l’evoluzione d’un’idea di birra, l’inseguimento dell’obiettivo di riuscire a creare esattamente quello che si aveva in mente, la credibilità ottenuta per la continuità della qualità, sapendo che alla creatività non vengono posti limiti in questo campo, sono evidenti segni dell’impronta fortemente artistica della produzione brassicola. Nei casi di maggiore estrosità infatti, com’è certamente per il capostipite Teo Musso, ecco che i campi creativi si affiancano tra loro e troviamo fermentatori per la birra su cui sono montate cuffie che alternano diversi tipi di musica, per sperimentare quali possano essere gli effetti delle vibrazioni sonore sui lieviti durante la fermentazione. Dopo una visita a Piozzo qualche tempo fa, il presidente della British Guild of Beer Writers Tim Hampson ha scritto: «I don’t know if the beer I drank rocked to Led Zeppelin or chilled out to Sigur Rós, but what a story.». Non è così?