7 novembre 2009

Diogene,la gloria e Montegioco

Mi immagino Riccardino come il filosofo di Sinope: che invecchia in una botte, magari con un cestino di frutta. E' uno di poche parole, ma le sue birre hanno così tanto da raccontare. E' il Diogene dei birrai: niente esibizionismo, bando a fronzoli e convenzioni. L'umiltà è un bene da pesare a carati ormai e lui ne ha da vendere. Prima che la febbre del legno contagiasse le masse, da "Monzeugh" qualcuno era già salito a Monleale a chiedere a un amico qualche botte. Prima che in Italia la barrique diventasse "tres chic" qualcuno già meditava di rubarne qualcuna (traduzione libera..). Così, tra sedie e bende quel qualcuno diventava un precursore e un fuoriclasse.
Ieri sera, con Riccardino e altri amici, Bran Barrique Cuvee: nero intenso e gran cappello di schiuma beige. Promette e mantiene i profumi dei migliori invecchiamenti, legnosi, tostati, di frutta rossa, quelli cazzuti che ti stendono, ma con classe. Ed è un KO che si accetta a braccia aperte.

4 novembre 2009

Pursuit of hoppiness

Si sa. Quando un trend è lanciato non si può fermare. Bisogna solo aspettare che cali l'interesse. Tutto qui. E l'ultimo è quello di far schizzare gli IBU alle stelle. Sperimentare fin dove può arrivare l'amaro prima che muoia l'aroma. E' una sfida senza senso sì, ma remunerativa. Le mode agiscono subdolamente a livello inconscio e ti fanno sentire diverso, se non t'inchini. Questione di psicologia spicciola, ma il buon Freud non beveva Mikkeller. Hop juice, 2007 IBU (International Bitterness Unit) dichiarati, poco più di un esperimento casalingo. Nanny State di Brewdog: 1,1% e 225 unità d'amaro, più o meno una tisana punk. Ma offri agli esaltati un'occasione di ammazzarsi in fila per provarla in anteprima ed avrai fatto bingo. Tira fuori una Moinette in offerta a 4 euro e le casse ti resteranno piene. Sono fessi e spendaccioni i bevitori della nouvelle vague. Un mix erotico per un imprenditore sveglio. Tutto ciò che è estremo tira, la semplicità da sola non vende. Questa non è una birra per vecchi..

1 novembre 2009

AutumnAles (latino eh..)

L'autunno è una stagione così particolare. Da un lato si ripensa alle vacanze ormai lontane e si guardano, ancor più lontane, le prossime occasioni di svago a Natale. Dall'altro con i suoi colori, profumi e sapori è una stagione che sa regalare grandi soddisfazioni, in campo enogastronomico. E la regina è lei, la castagna. Un tempo era definito il "pane dei poveri" per via delle sue notevoli proprietà nutritive, oggi è un frutto costoso e ricercato che si presta a ogni possibile utilizzo in cucina. E l'estro dei nostri birrai non poteva certamente farsi sfuggire l'occasione di creare uno stile del tutto nuovo, del tutto italiano. Quelle alle castagne sono birre che o si odiano o sia amano. Il sapore è particolare, l'impronta aromatica troppo caratteristica per suscitare interesse in chi non ama già questo frutto. In queste prime giornate di freddo, in attesa dell'inverno, vale veramente la pena di provare qualche birre alle castagne in una delle numerosissime varianti in cui vengono prodotte (tra le varie ricordo la Strada San Felice di Grado Plato, Bastarda doppia di Birra Amiata, Palanfrina di Troll, Balù di Almond 22, Nivura di Scarampola, CastagnAle del Borgo, Monfenera di Barchessa di Villa Pola, Birolla del Birrificio di Como, Bastarnà di montegioco, Petrognola alle castagne e una delle varie Beltaine).