7 dicembre 2010

Ein Christ-Maß

Prevedo un dicembre da passare orizzontali e vari giorni tra paradisi artificiali.
La via del Natale è lunga e zuccherina e si misura in pinte al di là del biondo Tevere.
Il ruolino è fitto e senza sosta, ma la falange degli etilisti compatta e incazzata;
la tattica che adotteremo quella del Cunctator: smantellare il nemico poco a poco, senza fretta.
Quindi, studiamo il campo giorno per giorno:

Bitter Winter Beer Festival
Brasserie 4:20 16/17/18/19

16 dicembre USA Inedited
  
BlueGrass US of Awesome - BlueGrass Bourbon Barrel Smoked Bock - BlueGrass Cherry Inyourendo Russian Imperial Stout - BlueGrass Rye 75 IPA - BlueGrass Bourbon Barrel RIP Doogan - Amherst Chocolate Porter - Smuttynose IPA - Smuttynose Robust Porter - Smuttynose Shoals Pale Ale - Smuttynose Big A IPA - Smuttynose WheatWine - Weyerbacher Double Simcoe - Weyerbacher Blithering Idiot - Weyerbacher Old Heathen

17 dicembre, Mortazza e Lambic

Boon 2YO Calvados Barrel - Boon 2YO - Boon 3YO 10% - Revelation Cat Pineau de Charentes Barrel - Revelation Cat Green Bullet Dry Hop - 3 Fonteinen Lambic 2009 - Girardin Kriek 2009

18 dicembre, West Coast Christmas

Pizza Port Wipeout IPA - Pizza Port Sharkbite - Pizza Port Big Black Poochie - Pizza Port Lou P. Lin - Pizza Port Pier Rat Porter - Pizza Port Mike's Pale - Stone 2009 Imperial Russian Stout - Stone Old Guardian Barley Wine - Triple Rock IPAX IPA - Oggi's Hop Juice - Oggi's Black Magic Stout - Lost Abbey Serpent Stout 2009 - Russian River surprises

19 dicembre, Northern light beers

Dieu Du Ciel Aphrodite - Dieu Du Ciel Rose d'Hibiscus - Dieu Du Ciel Corne du Diable - Dieu Du Ciel Rigor Mortis - Dieu Du Ciel Dernière Volonté - Mikkeller Santas Little Helper 2010 - Mikkeller From Via To - Mikkeller Red White Christmas - Mikkeller Ris Ala M’ale - Nøgne Ø Dark Horizon 3 - Nøgne Ø Dark Horizon 2 - Nøgne Ø Dark Horizon 1 - Nøgne Ø Sweet Horizon - Nøgne Ø Red Horizon - Nøgne Ø Special Holiday Ale - Nøgne Ø Underlig Jul - Nøgne Ø Julesnadder - Nøgne Ø God Jul - Nøgne Ø Sake tasting 

Festival sul terrazzo ed entrata a 15 euro, con bicchiere, programma e 10 gettoni, dalle 17.00 alle 4.00. Barbecue e piatti pronti a mazzetta, arrosticini e mortazza senza tregua, WWF a picchettare l'entrata.

Altro locale,altra storia.
Birre sotto l'Alberone
Blind Pig  17/18/19
Tra le varie Evil Twin di Jeppe Jarnit-Bjergsø (sì, il fratello pazzo del Mikkel), Fanø Bryghus e la collaborazione Grassroots/Stillwater in anteprima, oltre alla Stille Nacht, senza la quale il Natale non ha significato.

E poi l'epifania di ogni bevitore.
Il più pericoloso e sfacciato flash mob dell'Urbe, ritualmente tirato su per quattro tossici debosciati di Trastevere.
Ma sulla Via di Damasco, in preda a visioni mistiche da Stille, in tanti hanno visto nella figura ieratica del Colonna un nuovo profeta. E hanno cantato lode al Signore.

18 e 19
Birre sotto l'albero
in formazione tipica


Amager Julebryg 2010 - Beck Bräu/De Molen/Narke Elevator - Beer Here Jule IPA - Brewdog Abstrakt AB:04 - The Evil Twin Before, During and After Christmas - The Evil Twin Christmas Eve in a New York - De Dolle Stille Nacht 2010  - De Molen Machtig&Mooi Cognac Barrel - De Molen Rasputin Bruichladdich Oak Aged - De Molen Piek&Ballen - Fanø Bryghus Julebryg 2010 - Grassroots/Stillwater Fleur Noires - Lervig Mike Murphy's Winter Wine - Mikkeller CASA 2009 - Närke Örebro Bitter - Närke Pannknektarnas Porter - Närke Stormaktsporter 2009 - Ridgeway Lump of Coal - Southern Tier Old Man Winter Ale - Struise Ignis et Flamma

 
Amiata S.Niccolò - Almond 22 J IIPA - Bi-Du Xtrem - Birra del Borgo 16° Barrique - Birra del Borgo 25/12 Barrique - Carrobiolo Old Ale (versione liscia) - Extraomnes Kerst - Grado Plato Kukumerla - Lambrate Brighella - Loverbeer D'Uva Beer - Montegioco Garbagnina - Montegioco Bran 2008 - Olmaia Christmas Duck - Panil Divina - Pasturana Filo Forte Oro - Pausa Cafè Navidad - Pausa Cafè Tosta Sour - San Paolo Hemlock - Scarampola St.Amè - Toccalmatto Noel du Sanglier - Troll Stella di Natale - Troll Shangri là Fumè

Due laboratori in mano alla coppia DOCG Kuaska-Schigi il sabato e la domenica alle 17.00, da prenotare al 065894016 come le cene. Valanghe di birrai ed amici, folle ondeggianti dalle tre di pomeriggio e 100 m² di strada dove sentirsi a casa. 

Lunedì 20
Serata sulle birre legate al mondo del vino.
Special guest Valter Loverier e le sue incredibili produzioni, più tanto altro alla spina, tra cui la Vichtenaar. In giro Leo, Teo, Giacu ed i soliti noti.

Se non basta, chiamate l'analista: avete varissimi problemi.
Ci si vede giù. Sempre. E ovunque.


"Lungo è il cammin, ma grande è la meta, vade retro satan, vade retro satan"..

24 novembre 2010

Parola di Kris

Nel 2005 è uscito su BBB un articolo in cui Kris Herteleer, la mente geniale del De Dolle, ripondeva agli aficionados raccontando lo stato della produzione del suo legendario birrificio.
Sono vicende più o meno note a qualunque appassionato di lungo corso, ma considerando quali birre erano in ballo, è affascinante anche dopo cinque anni leggere le parole di Kris, da cui ci sarà sempre molto da imparare.
Non aggiungo nulla e mi limito a tradurre:
(le parentesi in corsivo sono mie)

" Cos’è successo alla Oerbier dal 2000?

Alla fine di quell’anno non abbiamo più avuto lievito a disposizione. Quello che usavamo per la Oerbier e la Stille Nacht, infatti, arrivava direttamente dalla Rodenbach, a Roeselare, ma intorno al 2000 (due anni dopo il passaggio alla Palm) hanno deciso di non distribuirlo più, per ragioni “pratiche e organizzative”.
Ormai erano anni che la Rodenbach forniva il lievito ad alcuni birrifici: in primis ai trappisti di Westvleteren, che sono passati a quello della Westmalle solo dopo aver avuto alcuni problemi di acidità con le birre; alla Felix di Oudenaarde (vecchissimo birrificio gestito dalla famiglia Clarysse), che però ha chiuso la produzione nel 2001 (anche se alcune ricette vengono prodotte ancora dalla Brouwerij Verhaeghe, a Vichte, su licenza della famiglia Clarysse). Un altro celebre birrificio che utilizzava il lievito della Rodenbach era la Liefmans, alla quale, in seguito all'acquisizione da parte della Brouwerij Riva (utilizzando le parole di Ron Pattinson “un birrificio indipendente di media grandezza con la fastidiosa abitudine di comprare e chiudere le piccole produzioni”) verso il ‘98, la Rodenbach non ha più fornito il lievito.
Quello della Rodenbach è veramente unico, perchè contiene, oltre probabilmente a brettanomiceti, anche alcuni batteri Gram-positivi e negativi differenti da quelli del Saccharomyces cerevisiae, batteri che solitamente i birrai evitano. Si dice infatti che "la pulizia e l'acidità delle birre non vanno troppo d'accordo", così per non rischiare che dallo stesso impianto escano acide anche le birre che non dovevano esserlo, nessuno utilizzerebbe un lievito del genere.
Fornire il lievito ad un altro birrificio rappresentava anche un segno di grande unione o quantomeno di disponibilità, da parte di chi sa che i produttori più piccoli non hanno nè gli impianti nè le conoscenze per il trattamento del lievito. C'è anche una sorta d'orgoglio nel farlo: un birraio a cui non piacciono le birre che produci, infatti, non sarebbe interessato all'utilizzo dei tuoi lieviti. D'altronde, come dicono gli americani "il massimo riconoscimento per una birra è essere copiata" (altro motivo per cui avrebbero potuto tenere il lievito per sè).
La Rodenbach mandò una lettera nel novembre del '99, dicendo che dal 1 dicembre avrebbe bloccato la distribuzione del lievito. Restava quindi pochissimo tempo, ma dato che avevamo già sentito voci in questo senso, avevamo fatto un pò di scorta. Da quando la Palm aveva acquisito la Rodenbach, infatti, avevo avuto come la sensazione che la fornitura di lievito non sarebbe durata in eterno, per quanto sembra che la Palm non c'entri nulla. Se la Rodenbach fosse stata rilevata dalla Heineken, ad esempio, la fornitura di lievito sarebbe andata avanti? In ogni caso eravamo già felici d'aver avuto la possibilità di utilizzare il loro lievito per oltre vent'anni e quindi rispettavamo la loro decisione (alcuni appassionati americani non la presero troppo bene ed iniziarono a scrivere mail alla Palm per convincerli a cambiare idea, ma qui in Europa le cose non funzionano così).
Dopo aver fatto dei test poco convincenti sul mosto della Oerbier con altri ceppi di lievito, ho pensato che la cosa migliore fosse provare a riciclare il precedente. Con un lievito più semplice sarebbe stato anche un buon metodo, ma con la complessità di quello della Rodenbach sono successe subito cose imprevedibili: la gradazione alcolica della Oerbier è salita da 7,5% a 10,5%, mentra quella della Stille Nacht, che ha un grado zuccherino anche più alto, da 8% è passata quasi a 12%. Ovviamente ci sono stati problemi anche in fase di rifermentazione. Quello che era cambiato, in particolare, era l'equilibrio dell'acidità: i batteri erano come spariti. Avevamo un lievito mutato molto potente e puro, ma senza batteri. Le cose strane sono state anche altre: la fermentazione di un batch di Stille Nacht, ad esempio, sembrava non finire più, tanto che le bottiglie degli ultimi tre pallets di quella cotta sono tutte esplose, nonostante le temperature di dicembre. Visto che non sopportavo più questa situazione, mi sono deciso a trovare una soluzione.
Così abbiamo messo la birra dentro delle botti di vino (Bordeaux) etichettandola dopo 12 mesi come Stille Nacht Reserva 2000. La Final gravity è scesa a 1000 o anche meno ed il gusto ottenuto era qualcosa di veramente eccezionale. A quel punto abbiamo riempito per un anno di Oerbier le stesse botti, per avere la Special Reserva. Per produrre le Reserva non ci siamo posti termini, convinti che col tempo la birra potesse solo migliorare, tanto che a volte è rimasta a maturare nelle botti anche per più di due anni. Certo poteva andar bene come male, ma ad oggi non ci è mai capitata una bottiglia di Reserva che non andasse.
Dal 2000 abbiamo inziato a cercare sui libri informazioni su come avveniva in concreto, per vecchie birre più blasonate, la fermentazione utilizzando batteri come il Lactobacillus ed il Pediococcus o altri microrganismi come il Brettanomyces. Dovevo sapere di cosa questi organismi hanno o non hanno bisogno, in quale ambiente si sviluppano e come reagiscono in presenza del lievito. Proprio come avviene per il vino.
Così abbiamo esaminato libri sul vino e studi sui batteri lattici, oltre a tutta la storia della birra inglese e belga nel XIX secolo. Insieme ad un giovane (probabilmente mandato dal cielo) che lavora nel campo della microbiologia dei batteri lattici usati per il pane, abbiamo installato un fermentatore per coltivare il lievito che avevamo recuperato da fusti di Stille Nacht tornati addirittura dalla Finlandia. Alcuni infatti non erano vuoti e la birra che era rimasta dentro era fantastica. Inoltre erano fusti molto vecchi, perciò ancora contenenti il vecchio "mix" di lieviti e batteri. Una fortuna: non poteva veramente accadere cosa più inaspettata.
Abbiamo quindi iniziato a ricoltivare questo lievito. Il gusto della Oerbier però è cambiato: era più secco e più forte e, dopo la scomparsa della malteria Huys (a Ghlin), si è perso anche l'equilibrio dovuto al malto caramellato. Così l'abbiamo dovuta risistemare, mentre per ottenere il gusto più acido ci siamo basati sui metodi tradizionali di produzione delle Flemish, per le quali si otteneva un gusto acido controllando la fermentazione dei batteri lattici.
Le prime quattro cotte sono già vendute al mercato statunitense e contrassegnate da un tappo bianco con la scritta "SPECBREW2005". I primi due pallets sono caratterizzati da un'acidità meno marcata rispetto alla alla seconda spedizione, riconoscibile per la scritta "SPECBREW02", che ha un gusto invece più "sour". Comunque pensiamo che la versione definitiva sarà quella più acida, per quanto serviranno delle modifiche.
Come hanno reagito i nostri clienti? Hanno sentito tutti la differenza e alla maggior parte è piaciuto il gusto acidulo più di quello dolce (mia suocera invece la preferisce dolce! Ha detto che ci metterà un pò di tempo per abituarsi). In ogni caso, dobbiamo approfittare della libertà che ha un piccolo produttore e seguire la nostra idea di come dovrebbe essere la birra.
La gradazione alcolica della Oerbier ora è di 9%, quindi comunque di 1,5% più forte rispetto alla vecchia versione ed inoltre è più secca, visto il lievito più forte, mentre l'acidità dovrebbe essere quasi la stessa. Per quanto riguarda l'invecchiamento, non pensiamo ci saranno problemi.
Per qualunque altra domanda, la risposta è nel vostro bicchiere.
Alla salute

Kris Herteleer
De Dolle Brouwers "

12 giugno 2010

Attrezzi del mestiere

Ovvio.

In primis viene la sete. De Grote Dorst.
La deontologia e la profonda filosofia del bevitore vi impongono di chiamarla "voglia di sperimentare roba nuova". E' più politically correct.
Con un pò di sana autocoscienza sappiamo che alla fine è solo sete.
Chiacchiere e distintivo sono inutili con un bicchiere in mano.
Questo è un prodotto della terra; antico,suggestivo,gioviale,multiforme e folcloristico.
Va bevuto,non destrutturato.
Con un pò di senso critico l'esperienza si fa da sola.

In secundis viene la saggezza degli altri; di chi può comunicare la propria passione,la conoscenza diretta di luoghi e tradizioni,i ricordi personali.
Due nuovi lavori in carta,per questo,saranno preziosi.

Eurhop.
Uno zibaldone di esperienze uniche,di flashback e immagini da un'Europa fatta ancora di tradizioni e conoscenze antiche,oniriche,di profumi e di borghi spesso dimenticati o sdegnati,dove invece vive e palpita ancora la parte più bella e più vera di questo straordinario continente.

Guida alle birre d'Italia 2011.
Uno sguardo attento sull'immensa produzione italiana.
Visitati i birrifici,illustrata la loro filosofia,valutati i singoli prodotti. Più di mille alla fine della storia. E non sono neanche tutti.
Questo per ricordare agli altri cosa si può fare in Italia quando c'è l'istinto e la passione.

Assegnate le Cinque stelle alle birre d'eccellenza,considerate la punta della produzione nostrana.
La bilancia pende di netto al nord. Giustamente,per ora.
Ognuno avrebbe da dire qualcosa. Me compreso.
Ricordando però che le birre sono state provate più di una volta e sempre in bottiglia. Perchè la costanza è tutto a certi livelli.
In diretta alla premiazione mi sono venute in mente Confine,Backdoor,Bibock,Ortiga,VIS e Torbata.Tanto per tirar fuori alcune assenze eccellenti.
Ma la scelta del top è una roulette russa.
Un atteggiamento un pò meno conservatore magari avrebbe fatto guardare con occhio diverso a realtà ormai di assoluto riferimento.

Ma per scegliere in quest'orizzonte sconfinato ecco che serve di nuovo il bicchiere pieno.
E torna la grande sete.

31 maggio 2010

Mos maiorum

Nell'universo delle birre ci sono sicuramente dei punti di riferimento,
delle stelle polari per chi naviga nel mare sconfinato degli stili.
Segnano le tradizioni di una storia lunga secoli
e stanno lì a testimoniare come spesso la semplicità sia innovazione.
Chi vuole produrre birra,
non può prescindere dal loro esempio.
Chi vuole berla cogliendone il senso,
non può che trarne ispirazione.

Dalla vecchia Inghilterra,eccone due:
Imperial russian stout della Harvey's,
Harvest ale della J.W. Lees

Ogni commento è superfluo.
Provarle è un dovere, berle un'emozione.

6 maggio 2010

Primo maggio

Festa onorata.
A modo nostro s'è dovuto lavorare. Forte e chiaro.
E finire tutto è stato un bucho di chiulo.



Su tutte (tante): Sveva,note floreali e tanto miele con un erbaceo spedito a ripulire la bocca,rotonda e ammiccante; PILS di Pausa Cafè,profumi e freschezza infiniti: sotto al sole cocente è come fare due vasche a stile in una piscina di Saaz. Genziana: ultime cotte da applauso. Morbida e avvolgente,fiori e thè al naso,toni radicosi e liquiriziosi in bocca,sulla corda tra amaro balsamico e note di frutta bianca. 
Bon travail.

26 aprile 2010

We don't brush the dolls

Son quelle cose che oltre alla panza ti gonfiano anche il morale..
Training di gruppo già dalla sera prima. Il meteo picchia duro e le dita restano incrociate.
All'alba scende giù ancora di brutto. Che gran primavera..
La squadra è di quelle cazzute però e senza criterio: veloce consulto e conferma scontata. Se lo tengano l'anticiclone.
Partenza in nove, dodici all'arrivo. Giornata grandiosa,tutto qui.
E idea geniale quella di Leo. Se la birra è gioviale e conviviale,i pedali stimolano e compattano ancora di più.
Al primo stop ti dai un cinque,all'ultimo le chiavi di casa.
Ti godi la città e gli angoli nascosti,in compagnia.
Ti servono sei menti per gonfiare una gomma e buone dosi di lucidità e creatina per sfuggire sotto al diluvio alla furia dei crociati che sui pullman canarino vanno a caccia di pagani su due ruote.
Merci beaucoup agli amici che in tutti i locali ci hanno accolto,come sempre,a braccia aperte.
Se il Presidente permette,ringraziandolo per l'immeritato primo posto in passerella,rilancio un paio di podi:

- Miglior risultato conseguito: costretti a scendere per cena giù ai piani nascosti del Macche,aver messo in fuga,solo per l'odore e le urla,una coppietta felice che credeva d'aver pensato alla sala più soliaria di Roma per un pò d'intimità.
- Miglior momento: lo sguardo omicida del Turco al -Mi scusi,signore,mi farebbe passare- di una puella seduta accanto a lui per una festa di 18 anni.
- Miglior performance estemporanea: Leo che sbrocca e si lancia a pelle di tigre dalle gradinate del 4:20 per fare stage diving sulle folle adoranti e dondolanti lì sotto.

Pioggia e fatica non sono proprio esistite. Restano solo postumi e un gran sorriso da ebete.
Thank you guys..


P.S: zoom sui protagonisti.

15 aprile 2010

Tour da trance

Stavolta c'è un responsabile.
E anche un complice. La colpa è loro.
Beer by bike (®) Roma, 24 aprile.
Un unico comandamento: trinca e pedala, pedala e trinca.
10 tappe drink'n go e vai col tango.
Il via alle 13.00 dal Pizzarium/Bonci e poi a ruota Bir&Fud bottega - Off License - Birra+ - Domus Birrae - Open - Macche/Bir&Fud - 4:20 - Mastro Titta. Chi vivrà vedrà (ecco la mappa).
La pinta giustifica la bici e la bici stimola la pinta.
Niente lotta per la maglia rosa.
Più che allenamento serve cuore.
E' la agogè del duemila.
E non ci tiriamo indietro.


13 marzo 2010

Roba da dandy

In ogni appassionato bevitore è nascosto un Mr. Hyde.
E’ Dottor Jekyll quello che siede fiero e compassato all’Ange Gardien, a godersi i profumi di un’Orval.
E’ sempre lui, sbracato al sole di un biergarten, che si gusta la freschezza di una pils.
Mr. Hyde è quello che sogghigna appoggiato al bancone di un lurido e vecchio pub inglese, perfettamente a suo agio nel caos della working class che si scalda, lucidamente assorto tra il pensiero d’una sommossa proletaria che non arriva e quello di un’altra pinta di birra.
Chi ha passione è così. Raffinato ma selvaggio, in entrambi i casi gaudente.
Subisce il fascino triviale e accetta da freddo gentleman la sfida di 12 lucenti bocche di fuoco nuove di zecca (4:20).
Dark Star Festival ESB, Thornbridge Ashford Brown ale, Oakleaf Bitter e Piston Porter, Ascot Alley Cat bitter.
Freddo cane e fuori pioggia incessante. Sembra di sentire una leggera brezza londinese. Siamo la canticchiante e danzante merda del mondo..
Cheers

27 febbraio 2010

Ma che si vota a fa'

E' come quando sai che quell'amico, un giorno, riuscirà ad arrivare in alto.
Tu e pochi altri lo sapete da sempre. C'avete sempre creduto.

La vita offre illusioni e speranze a dosi alterne. Ma crederci è dovuto.
Poi arriva il giorno in cui succede veramente.
Tu e gli altri lo sapete da sempre. Da sempre. Ma un groppo alla gola ti prende lo stesso.
Perchè un pò del cammino l'hai fatto insieme. Perchè ne eri sempre stato sicuro.
E perchè, fanculo, è giusto così. Ma mai scontato.
Questo
premio è un omaggio alla passione.
La fiducia un effetto del merito.
E la festa un tributo a grandi amici.

24 febbraio 2010

La III B

Sveglia presto la mattina, evitiamo di far tardi il primo giorno. Caffeone a mezze pinte come energetico per una giornata probabilmente dura e doccione polare per darsi un improbabile tono dignitoso. Dieci minuti di ritardo d’ordinanza. Parcheggio impossibile, praticamente nella provincia accanto e tutti in fila all’entrata di scuola, zainetto in spalla. Ti guardi intorno cercando facce amiche, ma gli altri sono puntuali e stanno già tutti dentro. L’esperienza ti dice che la tua classe sarà la più lontana in assoluto. Sfili con una certa ansia davanti alle aule degli altri corsi, un piccolo distillatore in rame ti indica la via e finalmente arrivi. E’ presto, ma in giro c’è già un bel mischione. Non ti smentisci mai: la lezione della prima ora è bell’e iniziata; daje con la vecchia tattica – pensi al volo - muoviti lentamente e confonditi con gli altri, se sei un buon ninja, nessuno ci fa caso. Pian piano ritrovi tutti, i vecchi compagni e quelli nuovi appena arrivati, i factotum, i prof più temuti e gli altri che danno una mano. Ah, finalmente ti puoi rilassare. Appello mentale, ti giri e guardi i banchi, ma manca qualcuno. Non vedo i compiti di Dano, Riccardino, Nicola, Flibus e Moreno: assenze d’elite che potrebbero pesare parecchio sul rendimento medio della classe. Scoprirai che non è così. Beppe e i boys del Lambrate si guardano intorno giustamente compiaciuti, la condotta ultras non gli impedisce di avere risultati over the top. Campari e Allo gli stanno alle calcagna: dopo un annetto di transizione sembrano avere di nuovo progetti grandiosi. Insieme a Cesare ci si diverte sempre, mentre con Agostino, Sergio e Jurij l’aria è didatticamente più austera. Teo e Leo, ora al banco insieme, negli ultimi tempi sono un pò svaghiti, magari per quel progetto Erasmus a cui si sono iscritti da poco. La ricreazione a metà mattinata è battezzata da un’esigua piadina al crudo che sortisce come unico effetto quello di moltiplicare esponenzialmente la fame. La sete invece sale a livelli beduini e i piedi ti riconducono rapidi sulla retta via. Guardandoti intorno ti accorgi che negli ultimi tempi si sono uniti alla classe elementi di tutto riguardo: l’esperienza di Fausto e Max, la passione di Merlano e Simone Sparaggio, le fresche idee del Sud di Mario Cipriano e Raffaele Longo, i risultati di Alessio Selvaggio, la territorialità di Massimiliano Di Prinzio e la dedizione di Vincenzo Civale e Daniele “Lupo” Cosenza. Senza dimenticare, anzi sottolineando, che è appena sceso in campo anche un pezzo da novanta come Valter Loverier. Qualcuno invece ha raddrizzato parecchio la rotta cambiando anche radicalmente look: il buon Gennaro ora lavora in maniera molto più curata, precisa e affidabile. E il vecchio Marcos, l’anarchico con le cuffie in ultima fila? Promette gran cose Bottoni se riuscirà a non mandare a cagare tutti quanti. Tempo della terza ora e Alex sta già in corridoio al cazzeggio con quelli delle altre classi: è senza dubbio un frontman di un certo livello. Questa volta però tra gli outsider sul podio degli esami a fine anno metto in primis Luigi Recchiuti, poco caciarone ma con alcune intuizioni geniali e Andrea Bertola con la sua disponibilità: non ci metteranno molto a farsi conoscere ancora meglio da tutti i compagni. Meritano attenzione anche Fulvio e Mauro, i due ragazzi delle Alpi valdostane e le iniziative dei ragazzi di Certosa di Pavia.
Alla campanella quasi mi dispiace andare. In buona compagnia le lancette volano, ma li rivedrò domani. Non c’è che dire, è una gran classe. Il giusto mix tra l’innovazione che stimola e la tradizione che sostiene, più tanta passione. E insieme si possono raggiungere risultati straordinari.