30 gennaio 2011

A week of joy

Col ritardo tipico di chi finge di aver sempre qualcosa da fare, mi accodo per ultimo all'idea lanciata dal buon Tyrser di celebrare la Settimana della birra artigianale con una personale lista di 7 birre per i 7 giorni di gala.
La settimana, concepita come un'enorme celebrazione senza confini di luogo e di mente, è una grande intuizione che il vecchio Turco covava ormai da parecchio e che, con fermezza e praticità, come sempre è riuscito a realizzare. Chapeau..
Comunque:

  • Lunedì: lei, che più di qualunque altra fino a quel momento, insieme alla legendaria Pioneer di Mike Murphy (la divina provvidenza, in quegli anni, mi ha dato casa a 50 metri dallo Starbess), ha aperto gli orizzonti della mia mente (fino ad allora monobelga). Lei, che per mancanza di bicchieri la prima volta ho disonorato a canna in mezzo alla strada; che rischiava di essere l'ammiraglia del birrificio Nubienne e di cui conservo gelosamente la bottiglia ad eterno memento..Sua maestà, la Reale.

  • Martedì: vagavo una domenica pomeriggio a Trastevere alla ricerca di un posto dove vedere la partita. Tutto chiuso. Parecchi anni fa. Trovo un buco aperto, mi infilo. Stream Tv a volumi da stadio, sediaccia di legno libera, varie spine a portata di mano. Vai col tango. E' il posto mio. Per non fare figure da crocerossina chiedo che cos'hanno. Il tipo, metallaro della prima ora, mi fa che tra le varie c'è un'affumicata. Cazzo vuol dire? Penso io. Mi da lo scolo del posacenere? Vabbò, quel che non strozza ingrassa.. Mi allunga il boccale qui sotto. Resto folgorato dal colore della birra e da quattro dita di schiuma tosta come poche. Poi bevo.. E' stata ed è ancora una delle birre della mia vita. Tra le prime provate, tra i primi birrifici visitati (e uno dei più belli in assoluto), io che resterò sempre commosso dalle rauch e dalle campagne della Franconia..E' la zoppa di Bamberga. La Schlenkerla.
  • Mercoledì: capolavoro assoluto di uno dei più geniali birrai in circolazione. Capostipite mai superato dell'uso italiano delle barrique. Giustamente definita dal Colonna "la prima session sour" mai prodotta. Un blend casalingo come pochi altri al mondo e una delle birre italiane più ammirate all'estero. Se ne può bere un goccio e restare incantati dai profumi e la freschezza dei vigneti di Langa, così come finirne un boccale dopo l'altro senza neanche rendersene conto. Fa un pò paura, questa Mummia, perchè non può essere battuta.
  • Giovedì: in alcuni angoli di terra si respira una tranquillità quasi surreale. La pace di un'antica vita monastica che nei secoli, senza fretta, insieme alla preghiera, ha affinato l'arte della produzione del cioccolato, del formaggio, della birra. La Kloster Urtrunk è una keller dal sapore antico, fresca di cantina e rigorosamente non filtrata, servita in alti boccali di spessa ceramica, come vuole la miglior tradizione. La producono ad Irsee, nel birrificio di un monastero benedettino del 1186 perso nelle campagne della Baviera. Uno di quei posti che ti avvicinano un pò di più al paradiso.

  • Venerdì: per me è una delle birre più sorprendenti prodotte in Italia negli ultimi tempi, oltretutto nell'ambito di un progetto di fronte a cui levarsi tanto di cappello. Dovendo pescare una fermentazione spontanea, a cui non posso proprio rinunciare, bè allora stavolta gioco in casa e scelgo la Martina. L'eleganza della miglior tradizione belga dello stile, un ingrediente tutto nostro ed ecco un passepartout che con delicatezza vi aprirà le porte di lidi da cui non potrete fare ritorno facilmente.  
  • Sabato: Westvleteren Blond. Perchè anche qui, forse soprattutto qui, sta l'immensità della provvidenza divina che aleggia sull'abbazia di St. Sixtus. Nelle cose più semplici sta la vera abilità dell'artigiano e questa blond è enorme nella sua semplicità. Alzando il dito contro chi, in nome delle classifiche, ha tentato di profanare la santità di questo birrificio, alziamoci in piedi e cantiamo lode al Signore. 
  • Domenica: è una Pils e arriva da Lurago. Basta questo alla standing ovation. Proporzionalmente in Italia ha più seguaci dei Beatles e più imitazioni di Prada. Ma è unica e riconoscibile come Janis Joplin e gode di un potere quasi soprannaturale: una volta provata non se ne può fare a meno. Pare che in segreto, al Macche, i fedeli più devoti siano stati tenuti a battesimo sotto alla spina della Tipopils, mentre da dietro il bancone si levavano canti celestiali di gioia.

7 dicembre 2010

Ein Christ-Maß

Prevedo un dicembre da passare orizzontali e vari giorni tra paradisi artificiali.
La via del Natale è lunga e zuccherina e si misura in pinte al di là del biondo Tevere.
Il ruolino è fitto e senza sosta, ma la falange degli etilisti compatta e incazzata;
la tattica che adotteremo quella del Cunctator: smantellare il nemico poco a poco, senza fretta.
Quindi, studiamo il campo giorno per giorno:

Bitter Winter Beer Festival
Brasserie 4:20 16/17/18/19

16 dicembre USA Inedited
  
BlueGrass US of Awesome - BlueGrass Bourbon Barrel Smoked Bock - BlueGrass Cherry Inyourendo Russian Imperial Stout - BlueGrass Rye 75 IPA - BlueGrass Bourbon Barrel RIP Doogan - Amherst Chocolate Porter - Smuttynose IPA - Smuttynose Robust Porter - Smuttynose Shoals Pale Ale - Smuttynose Big A IPA - Smuttynose WheatWine - Weyerbacher Double Simcoe - Weyerbacher Blithering Idiot - Weyerbacher Old Heathen

17 dicembre, Mortazza e Lambic

Boon 2YO Calvados Barrel - Boon 2YO - Boon 3YO 10% - Revelation Cat Pineau de Charentes Barrel - Revelation Cat Green Bullet Dry Hop - 3 Fonteinen Lambic 2009 - Girardin Kriek 2009

18 dicembre, West Coast Christmas

Pizza Port Wipeout IPA - Pizza Port Sharkbite - Pizza Port Big Black Poochie - Pizza Port Lou P. Lin - Pizza Port Pier Rat Porter - Pizza Port Mike's Pale - Stone 2009 Imperial Russian Stout - Stone Old Guardian Barley Wine - Triple Rock IPAX IPA - Oggi's Hop Juice - Oggi's Black Magic Stout - Lost Abbey Serpent Stout 2009 - Russian River surprises

19 dicembre, Northern light beers

Dieu Du Ciel Aphrodite - Dieu Du Ciel Rose d'Hibiscus - Dieu Du Ciel Corne du Diable - Dieu Du Ciel Rigor Mortis - Dieu Du Ciel Dernière Volonté - Mikkeller Santas Little Helper 2010 - Mikkeller From Via To - Mikkeller Red White Christmas - Mikkeller Ris Ala M’ale - Nøgne Ø Dark Horizon 3 - Nøgne Ø Dark Horizon 2 - Nøgne Ø Dark Horizon 1 - Nøgne Ø Sweet Horizon - Nøgne Ø Red Horizon - Nøgne Ø Special Holiday Ale - Nøgne Ø Underlig Jul - Nøgne Ø Julesnadder - Nøgne Ø God Jul - Nøgne Ø Sake tasting 

Festival sul terrazzo ed entrata a 15 euro, con bicchiere, programma e 10 gettoni, dalle 17.00 alle 4.00. Barbecue e piatti pronti a mazzetta, arrosticini e mortazza senza tregua, WWF a picchettare l'entrata.

Altro locale,altra storia.
Birre sotto l'Alberone
Blind Pig  17/18/19
Tra le varie Evil Twin di Jeppe Jarnit-Bjergsø (sì, il fratello pazzo del Mikkel), Fanø Bryghus e la collaborazione Grassroots/Stillwater in anteprima, oltre alla Stille Nacht, senza la quale il Natale non ha significato.

E poi l'epifania di ogni bevitore.
Il più pericoloso e sfacciato flash mob dell'Urbe, ritualmente tirato su per quattro tossici debosciati di Trastevere.
Ma sulla Via di Damasco, in preda a visioni mistiche da Stille, in tanti hanno visto nella figura ieratica del Colonna un nuovo profeta. E hanno cantato lode al Signore.

18 e 19
Birre sotto l'albero
in formazione tipica


Amager Julebryg 2010 - Beck Bräu/De Molen/Narke Elevator - Beer Here Jule IPA - Brewdog Abstrakt AB:04 - The Evil Twin Before, During and After Christmas - The Evil Twin Christmas Eve in a New York - De Dolle Stille Nacht 2010  - De Molen Machtig&Mooi Cognac Barrel - De Molen Rasputin Bruichladdich Oak Aged - De Molen Piek&Ballen - Fanø Bryghus Julebryg 2010 - Grassroots/Stillwater Fleur Noires - Lervig Mike Murphy's Winter Wine - Mikkeller CASA 2009 - Närke Örebro Bitter - Närke Pannknektarnas Porter - Närke Stormaktsporter 2009 - Ridgeway Lump of Coal - Southern Tier Old Man Winter Ale - Struise Ignis et Flamma

 
Amiata S.Niccolò - Almond 22 J IIPA - Bi-Du Xtrem - Birra del Borgo 16° Barrique - Birra del Borgo 25/12 Barrique - Carrobiolo Old Ale (versione liscia) - Extraomnes Kerst - Grado Plato Kukumerla - Lambrate Brighella - Loverbeer D'Uva Beer - Montegioco Garbagnina - Montegioco Bran 2008 - Olmaia Christmas Duck - Panil Divina - Pasturana Filo Forte Oro - Pausa Cafè Navidad - Pausa Cafè Tosta Sour - San Paolo Hemlock - Scarampola St.Amè - Toccalmatto Noel du Sanglier - Troll Stella di Natale - Troll Shangri là Fumè

Due laboratori in mano alla coppia DOCG Kuaska-Schigi il sabato e la domenica alle 17.00, da prenotare al 065894016 come le cene. Valanghe di birrai ed amici, folle ondeggianti dalle tre di pomeriggio e 100 m² di strada dove sentirsi a casa. 

Lunedì 20
Serata sulle birre legate al mondo del vino.
Special guest Valter Loverier e le sue incredibili produzioni, più tanto altro alla spina, tra cui la Vichtenaar. In giro Leo, Teo, Giacu ed i soliti noti.

Se non basta, chiamate l'analista: avete varissimi problemi.
Ci si vede giù. Sempre. E ovunque.


"Lungo è il cammin, ma grande è la meta, vade retro satan, vade retro satan"..

24 novembre 2010

Parola di Kris

Nel 2005 è uscito su BBB un articolo in cui Kris Herteleer, la mente geniale del De Dolle, ripondeva agli aficionados raccontando lo stato della produzione del suo legendario birrificio.
Sono vicende più o meno note a qualunque appassionato di lungo corso, ma considerando quali birre erano in ballo, è affascinante anche dopo cinque anni leggere le parole di Kris, da cui ci sarà sempre molto da imparare.
Non aggiungo nulla e mi limito a tradurre:
(le parentesi in corsivo sono mie)

" Cos’è successo alla Oerbier dal 2000?

Alla fine di quell’anno non abbiamo più avuto lievito a disposizione. Quello che usavamo per la Oerbier e la Stille Nacht, infatti, arrivava direttamente dalla Rodenbach, a Roeselare, ma intorno al 2000 (due anni dopo il passaggio alla Palm) hanno deciso di non distribuirlo più, per ragioni “pratiche e organizzative”.
Ormai erano anni che la Rodenbach forniva il lievito ad alcuni birrifici: in primis ai trappisti di Westvleteren, che sono passati a quello della Westmalle solo dopo aver avuto alcuni problemi di acidità con le birre; alla Felix di Oudenaarde (vecchissimo birrificio gestito dalla famiglia Clarysse), che però ha chiuso la produzione nel 2001 (anche se alcune ricette vengono prodotte ancora dalla Brouwerij Verhaeghe, a Vichte, su licenza della famiglia Clarysse). Un altro celebre birrificio che utilizzava il lievito della Rodenbach era la Liefmans, alla quale, in seguito all'acquisizione da parte della Brouwerij Riva (utilizzando le parole di Ron Pattinson “un birrificio indipendente di media grandezza con la fastidiosa abitudine di comprare e chiudere le piccole produzioni”) verso il ‘98, la Rodenbach non ha più fornito il lievito.
Quello della Rodenbach è veramente unico, perchè contiene, oltre probabilmente a brettanomiceti, anche alcuni batteri Gram-positivi e negativi differenti da quelli del Saccharomyces cerevisiae, batteri che solitamente i birrai evitano. Si dice infatti che "la pulizia e l'acidità delle birre non vanno troppo d'accordo", così per non rischiare che dallo stesso impianto escano acide anche le birre che non dovevano esserlo, nessuno utilizzerebbe un lievito del genere.
Fornire il lievito ad un altro birrificio rappresentava anche un segno di grande unione o quantomeno di disponibilità, da parte di chi sa che i produttori più piccoli non hanno nè gli impianti nè le conoscenze per il trattamento del lievito. C'è anche una sorta d'orgoglio nel farlo: un birraio a cui non piacciono le birre che produci, infatti, non sarebbe interessato all'utilizzo dei tuoi lieviti. D'altronde, come dicono gli americani "il massimo riconoscimento per una birra è essere copiata" (altro motivo per cui avrebbero potuto tenere il lievito per sè).
La Rodenbach mandò una lettera nel novembre del '99, dicendo che dal 1 dicembre avrebbe bloccato la distribuzione del lievito. Restava quindi pochissimo tempo, ma dato che avevamo già sentito voci in questo senso, avevamo fatto un pò di scorta. Da quando la Palm aveva acquisito la Rodenbach, infatti, avevo avuto come la sensazione che la fornitura di lievito non sarebbe durata in eterno, per quanto sembra che la Palm non c'entri nulla. Se la Rodenbach fosse stata rilevata dalla Heineken, ad esempio, la fornitura di lievito sarebbe andata avanti? In ogni caso eravamo già felici d'aver avuto la possibilità di utilizzare il loro lievito per oltre vent'anni e quindi rispettavamo la loro decisione (alcuni appassionati americani non la presero troppo bene ed iniziarono a scrivere mail alla Palm per convincerli a cambiare idea, ma qui in Europa le cose non funzionano così).
Dopo aver fatto dei test poco convincenti sul mosto della Oerbier con altri ceppi di lievito, ho pensato che la cosa migliore fosse provare a riciclare il precedente. Con un lievito più semplice sarebbe stato anche un buon metodo, ma con la complessità di quello della Rodenbach sono successe subito cose imprevedibili: la gradazione alcolica della Oerbier è salita da 7,5% a 10,5%, mentra quella della Stille Nacht, che ha un grado zuccherino anche più alto, da 8% è passata quasi a 12%. Ovviamente ci sono stati problemi anche in fase di rifermentazione. Quello che era cambiato, in particolare, era l'equilibrio dell'acidità: i batteri erano come spariti. Avevamo un lievito mutato molto potente e puro, ma senza batteri. Le cose strane sono state anche altre: la fermentazione di un batch di Stille Nacht, ad esempio, sembrava non finire più, tanto che le bottiglie degli ultimi tre pallets di quella cotta sono tutte esplose, nonostante le temperature di dicembre. Visto che non sopportavo più questa situazione, mi sono deciso a trovare una soluzione.
Così abbiamo messo la birra dentro delle botti di vino (Bordeaux) etichettandola dopo 12 mesi come Stille Nacht Reserva 2000. La Final gravity è scesa a 1000 o anche meno ed il gusto ottenuto era qualcosa di veramente eccezionale. A quel punto abbiamo riempito per un anno di Oerbier le stesse botti, per avere la Special Reserva. Per produrre le Reserva non ci siamo posti termini, convinti che col tempo la birra potesse solo migliorare, tanto che a volte è rimasta a maturare nelle botti anche per più di due anni. Certo poteva andar bene come male, ma ad oggi non ci è mai capitata una bottiglia di Reserva che non andasse.
Dal 2000 abbiamo inziato a cercare sui libri informazioni su come avveniva in concreto, per vecchie birre più blasonate, la fermentazione utilizzando batteri come il Lactobacillus ed il Pediococcus o altri microrganismi come il Brettanomyces. Dovevo sapere di cosa questi organismi hanno o non hanno bisogno, in quale ambiente si sviluppano e come reagiscono in presenza del lievito. Proprio come avviene per il vino.
Così abbiamo esaminato libri sul vino e studi sui batteri lattici, oltre a tutta la storia della birra inglese e belga nel XIX secolo. Insieme ad un giovane (probabilmente mandato dal cielo) che lavora nel campo della microbiologia dei batteri lattici usati per il pane, abbiamo installato un fermentatore per coltivare il lievito che avevamo recuperato da fusti di Stille Nacht tornati addirittura dalla Finlandia. Alcuni infatti non erano vuoti e la birra che era rimasta dentro era fantastica. Inoltre erano fusti molto vecchi, perciò ancora contenenti il vecchio "mix" di lieviti e batteri. Una fortuna: non poteva veramente accadere cosa più inaspettata.
Abbiamo quindi iniziato a ricoltivare questo lievito. Il gusto della Oerbier però è cambiato: era più secco e più forte e, dopo la scomparsa della malteria Huys (a Ghlin), si è perso anche l'equilibrio dovuto al malto caramellato. Così l'abbiamo dovuta risistemare, mentre per ottenere il gusto più acido ci siamo basati sui metodi tradizionali di produzione delle Flemish, per le quali si otteneva un gusto acido controllando la fermentazione dei batteri lattici.
Le prime quattro cotte sono già vendute al mercato statunitense e contrassegnate da un tappo bianco con la scritta "SPECBREW2005". I primi due pallets sono caratterizzati da un'acidità meno marcata rispetto alla alla seconda spedizione, riconoscibile per la scritta "SPECBREW02", che ha un gusto invece più "sour". Comunque pensiamo che la versione definitiva sarà quella più acida, per quanto serviranno delle modifiche.
Come hanno reagito i nostri clienti? Hanno sentito tutti la differenza e alla maggior parte è piaciuto il gusto acidulo più di quello dolce (mia suocera invece la preferisce dolce! Ha detto che ci metterà un pò di tempo per abituarsi). In ogni caso, dobbiamo approfittare della libertà che ha un piccolo produttore e seguire la nostra idea di come dovrebbe essere la birra.
La gradazione alcolica della Oerbier ora è di 9%, quindi comunque di 1,5% più forte rispetto alla vecchia versione ed inoltre è più secca, visto il lievito più forte, mentre l'acidità dovrebbe essere quasi la stessa. Per quanto riguarda l'invecchiamento, non pensiamo ci saranno problemi.
Per qualunque altra domanda, la risposta è nel vostro bicchiere.
Alla salute

Kris Herteleer
De Dolle Brouwers "

12 giugno 2010

Attrezzi del mestiere

Ovvio.

In primis viene la sete. De Grote Dorst.
La deontologia e la profonda filosofia del bevitore vi impongono di chiamarla "voglia di sperimentare roba nuova". E' più politically correct.
Con un pò di sana autocoscienza sappiamo che alla fine è solo sete.
Chiacchiere e distintivo sono inutili con un bicchiere in mano.
Questo è un prodotto della terra; antico,suggestivo,gioviale,multiforme e folcloristico.
Va bevuto,non destrutturato.
Con un pò di senso critico l'esperienza si fa da sola.

In secundis viene la saggezza degli altri; di chi può comunicare la propria passione,la conoscenza diretta di luoghi e tradizioni,i ricordi personali.
Due nuovi lavori in carta,per questo,saranno preziosi.

Eurhop.
Uno zibaldone di esperienze uniche,di flashback e immagini da un'Europa fatta ancora di tradizioni e conoscenze antiche,oniriche,di profumi e di borghi spesso dimenticati o sdegnati,dove invece vive e palpita ancora la parte più bella e più vera di questo straordinario continente.

Guida alle birre d'Italia 2011.
Uno sguardo attento sull'immensa produzione italiana.
Visitati i birrifici,illustrata la loro filosofia,valutati i singoli prodotti. Più di mille alla fine della storia. E non sono neanche tutti.
Questo per ricordare agli altri cosa si può fare in Italia quando c'è l'istinto e la passione.

Assegnate le Cinque stelle alle birre d'eccellenza,considerate la punta della produzione nostrana.
La bilancia pende di netto al nord. Giustamente,per ora.
Ognuno avrebbe da dire qualcosa. Me compreso.
Ricordando però che le birre sono state provate più di una volta e sempre in bottiglia. Perchè la costanza è tutto a certi livelli.
In diretta alla premiazione mi sono venute in mente Confine,Backdoor,Bibock,Ortiga,VIS e Torbata.Tanto per tirar fuori alcune assenze eccellenti.
Ma la scelta del top è una roulette russa.
Un atteggiamento un pò meno conservatore magari avrebbe fatto guardare con occhio diverso a realtà ormai di assoluto riferimento.

Ma per scegliere in quest'orizzonte sconfinato ecco che serve di nuovo il bicchiere pieno.
E torna la grande sete.

31 maggio 2010

Mos maiorum

Nell'universo delle birre ci sono sicuramente dei punti di riferimento,
delle stelle polari per chi naviga nel mare sconfinato degli stili.
Segnano le tradizioni di una storia lunga secoli
e stanno lì a testimoniare come spesso la semplicità sia innovazione.
Chi vuole produrre birra,
non può prescindere dal loro esempio.
Chi vuole berla cogliendone il senso,
non può che trarne ispirazione.

Dalla vecchia Inghilterra,eccone due:
Imperial russian stout della Harvey's,
Harvest ale della J.W. Lees

Ogni commento è superfluo.
Provarle è un dovere, berle un'emozione.