Si sa. Quando un trend è lanciato non si può fermare. Bisogna solo aspettare che cali l'interesse. Tutto qui. E l'ultimo è quello di far schizzare gli IBU alle stelle. Sperimentare fin dove può arrivare l'amaro prima che muoia l'aroma. E' una sfida senza senso sì, ma remunerativa. Le mode agiscono subdolamente a livello inconscio e ti fanno sentire diverso, se non t'inchini. Questione di psicologia spicciola, ma il buon Freud non beveva Mikkeller. Hop juice, 2007 IBU (International Bitterness Unit) dichiarati, poco più di un esperimento casalingo. Nanny State di Brewdog: 1,1% e 225 unità d'amaro, più o meno una tisana punk. Ma offri agli esaltati un'occasione di ammazzarsi in fila per provarla in anteprima ed avrai fatto bingo. Tira fuori una Moinette in offerta a 4 euro e le casse ti resteranno piene. Sono fessi e spendaccioni i bevitori della nouvelle vague. Un mix erotico per un imprenditore sveglio. Tutto ciò che è estremo tira, la semplicità da sola non vende. Questa non è una birra per vecchi..
4 novembre 2009
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2 commenti:
Oh Lorenzo, ben tornato eh :D
In effetti le birre "dolci" per attirare i neofiti hanno stancato ( i veterani ). Quindi si va dall'altra parte. Finchè si tratta di qualche buona IPA.. o una Hopsinjoor.. ma credo che appunto sopra i 100 IBU sia tutto un esperimento. Poi chissà, invece sono ottime. 2007 poi mi pare un numero in cui nemmeno loro crederanno tanto...
Ciao Luca.Ho avuto mille impicci che mi hanno tenuto impegnato dalla mattina alla sera.
Quello a cui mi riferivo non è tanto la tipologia di birra più adatta a suscitare interesse tra una larga fetta di consumatori,quanto la sperimentazione spesso fine a sé stessa portata avanti da molti negli ultimi tempi.La moda di IPA,DIPA e compagnipa è un dato di fatto,semplice legge di mercato:la domanda è quella,l'offerta s'adegua.Ma la garetta sugli IBU..I "soli" 120 della 120 minutes IPA di Dogfish si staranno rivoltando nella boccia..
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